L’Unione Europea contro l’obsolescenza programmata

europaSi riporta un interessante articolo scritto da Claudia Ciriello sul sito Help consumatori che introduce il concetto di obsolescenza programma e dei nuovi interventi che l’Unione Europea sta studiando per porvi rimedio.

I beni di consumo elettronici, invece di durare correttamente il più a lungo possibile, cessano di funzionare a distanza di poco tempo dall’acquisto, non a causa dell’usura del bene in se, ma per una programmazione della durata del prodotto fatta dai produttori. Questo modo di operare è l’ obsolescenza programmata, il fenomeno della tecnologia programmata per non durare

E’ un tema finito sotto i riflettori della stessa Autorità Garante della concorrenza e del mercato che di recente ha sanzionato Apple e Samsung e ha accertato la messa in atto di pratiche commerciali scorrette in violazione degli articoli 20, 21, 22 e 24 del Codice del Consumo.

Fenomeno risolto? A quanto pare non ancora, dal momento che smartphone, pc, tablet, ma anche frigoriferi, lavatrici e altri prodotti tecnologici manifestano un difetto o cessano di funzionare a garanzia scaduta, con la previsione di una riparazione più onerosa rispetto all’acquisto di un nuovo prodotto. Il rischio che sembra palesarsi è che i pezzi di ricambio dei prodotti tecnologi non siano più in commercio. Oppure ci vorrebbero troppe settimane per riceverli a casa, e quindi la spesa potrebbe non valere l’impresa, tanto che l’unica soluzione ottimale per il consumatore sembra essere quella di provvedere all’acquisto di un nuovo prodotto.

Sono temi sui quali si è attivata l’Europa con il pacchetto Ecodesign, che prevede misure atte a far fronte al fenomeno dell’obsolescenza programmata di tv, lavatrici, lavapiatti e frigoriferi. Il “pacchetto europeo” è attualmente al vaglio di Parlamento e Consiglio. Se verrà accettato, la Commissione Europea potrà adottare le misure in esso comprese già nelle prossime settimane.

Tra le principali misure proposte dall’UE c’è l’obbligo per i produttori di disponibilità dei pezzi di ricambio dei beni per un periodo minimo che va dai 7 ai 10 anni (lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi), con un tempo di consegna massimo di 3 settimane al fine di creare un circolo virtuoso positivo tra acquisti, lotta allo spreco, tutela dell’ambiente e tutela del consumatore. In pratica l’Europa chiede ai produttori di facilitare ai consumatori la riparazione dei beni acquistati, per fronteggiare l’obsolescenza attuale. L’Ecodesign prevede anche che i consumatori siano informati su come riparare i propri apparecchi. Per questo dovranno essere a loro disposizione dei documenti necessari per la riparazione da parte di terzi, come a esempio, manuali, schema di (dis)assemblaggio, schema della centralina, elenco dei codici di errore diagnostici. Ora c’è solo da attendere che le misure europee entrino in vigore quanto prima in modo da riuscire a creare una società meno consumistica, in controtendenza rispetto a quella attuale.

Vernici eco-sostenibili: vernici multifunzionali, nano tecnologiche e a base di perlite.

vernici-ecosostenibili Meritano un’attenzione crescente le vernici eco-sostenibili, che trovano sempre maggiori consensi in edilizia. Questa nuova tipologia di vernici vengono utilizzate per piccoli interventi correttivi tesi a correggere e/o migliorare le prestazioni di involucri e/o intonaci degli edifici. Non bisogna però dimenticare che malgrado le performance sempre migliori che i produttori riescono ad ottenere dal loro impiego parliamo pur sempre di vernici ossia di strati sottilissimi di materiale e che spesso il riporre in esse speranze eccessive può provocare delusioni (a riguardo delle vernici termoisolanti ad esempio l’ANIT ha redatto la seguente scheda: “Rapporto-ANIT).

In questo articolo (tratto dal sito Biblus-net by ACCA) vediamo: cosa sono, le principali caratteristiche tecniche i vantaggi e i possibili impieghi:

Vernici eco-sostenibili

Nel corso degli ultimi anni sono state avviate diverse attività di ricerca mirate allo sviluppo di nuovi materiali eco-sostenibili per l’involucro edilizio, basati sull’utilizzo di materiali innovativi e da riciclo (scarti della selezione dei rifiuti solidi urbani, plastiche miste, fumo di silice, ecc. ).

L’utilizzo di materiali innovativi per l’edilizia rappresenta una valida alternativa ai materiali da costruzione tradizionali, orientati a favorire:

  • il contenimento dei consumi energetici negli edifici
  • un maggior grado di ecosostenibilità dell’edificio
  • migliori prestazioni in termini di comfort interno

Sono stati individuati vari tipi di prodotti (calcestruzzi, malte), ognuno dei quali può avere diverse applicazioni nell’ambito delle costruzioni edili.

In questo articolo parleremo delle vernici multifunzionalinano tecnologiche e a base di perlite.

Per ognuno di questi prodotti è stata fornita, in tabella, una descrizione generale, le specifiche sui componenti, le principali caratteristiche tecniche, un elenco di tutte le possibili applicazioni e informazioni sullo stato di maturità tecnologica.

Vernici multifunzionali a risposta spettrale ottimizzata

Le vernici multifunzionali sono in grado di combinare l’alta capacità di riflessione ed emissione con l’attività fotocatalitica e autopulente, che consente di abbattere sensibilmente la temperatura dei locali interni durante i mesi estivi.

Descrizione prodotto Vernici multifunzionali a risposta spettrale ottimizzata capaci di
combinare un’alta capacità di riflessione della radiazione solare con un’attività fotocatalitica e autopulente
Progetto/Azienda di riferimento Macese, Progetto Regione Puglia, Programma Operativo Regionale FESR
2007-2013
Componenti ·                           Leganti (acrilici, silossanici)

·                           Additivi (antimuffa, antischiuma, disperdente, bagnante,
addensante, coalescente, stabilizzatore di pH, fotocatalizzatore)

·                           Pigmenti (ossido di titanio)

Applicazioni Settore edile
Livello TRL TRL 5-7: Prototipale
Aspetti innovativi (sostenibilità ambientale) Le vernici in oggetto presentano uno spettro di riflessione ottimizzato nel
vicino infrarosso (NIR). Tale caratteristica, seppur ancora poco studiata,
contribuisce in maniera significativa al bilancio energetico degli edifici.
L’approccio adottato ha puntato a minimizzare il calore assorbito
(massimizzando la riflessione nei campi UV-Vis-NIR) e a massimizzarne lo
smaltimento (massimizzando l’emissività spettrale nell’IR), tenendo conto
dei vincoli fisici dovuti al fatto che il secondo obiettivo è antitetico al
primo

 Vernici nanotecnologiche

Le vernici nanotecnologiche si caratterizzano per l’utilizzo della microtecnologia e nanotecnologia. Contengono, infatti, microsfere di ceramica che isolano e riflettono i raggi luminosi e nanoparticelle di biossido di silicio che le rendono idrorepellenti.

Ecco quali sono i vantaggi che presentano le superfici rivestite di pitture nanotecnologiche:

  • sono autopulenti(se cade un liquido di qualsiasi tipo, rivelano il loro carattere idrofilico, che porta la goccia a scivolare via)
  • sono termoriflettenti (la temperatura della casa viene mantenuta più stabile e il calore o la frescura trattenuti all’interno, traducendosi in uno spiccato risparmio economico in bolletta energetica)
  • svolgono un’azione battericida(il biossido di titanio sotto forma di vernice emette delle specie reattive dell’ossigeno, attive contro i batteri se sottoposte a raggi ultravioletti)
  • hanno un’altissima resistenza all’usura, alla corrosione salina, al graffio, agli agenti chimici
  • mantengono un’inalterata tonalità del colore (anche ad un’esposizione diretta ai raggi solari per lunghi periodi)
  • sono applicabili su qualsiasi superficie
Descrizione prodotto Vernice nanotecnologica. L’idea alla base del progetto COOL COVERINGS è l’utilizzo di nanotecnologie per migliorare la riflettanza nello spettro “non visibile” della luce
Progetto/Azienda di riferimento Cool Coverings
Componenti Principali materiali che compongono la vernice Cool Coverings:

·                           ossido di alluminio (additivo per riflettenza nel vicino infrarosso
NIR)

·                           ossido di zinco (additivo per effetto biocida)

·                           ossido di titanio (pigmento bianco e riflettanza NIR)

Applicazioni Pitturazione di facciate cementizie con colore riflettente, anche scuro
Livello TRL TRL 8-9: Pre-serie (quasi commerciale)
Aspetti innovativi (sostenibilità ambientale) La sostenibilità è tutta legata al risparmio energetico di condizionamento
poiché l’applicazione della vernice nanotecnologia sulle facciate
cementizie migliora l’isolamento dell’involucro dell’edificio
Certificazioni ambientali Analisi LCA

Vernice termicamente isolante a base di perlite

Questo tipo di vernice si distingue per il potere isolante grazie alla presenza tra i componenti della perlite. La perlite espansa, infatti, è caratterizzata dalla proprietà di aumentare la resistenza termica con il diminuire della temperatura.

Descrizione prodotto Vernice termicamente isolante a base di perlite
Progetto/azienda di riferimento ExPerl
Componenti La vernice si caratterizza per la presenza di perlite nella composizione del
prodotto
Scheda tecnica L’unica informazione sul prodotto attualmente disponibile è sul suo peso
specifico, che è di circa il 17% in meno rispetto ai prodotto standard (circa
1,35 kg/litro)
Applicazioni Industria/edilizia
Livello TRL TRL 6-8: Prototipale/Inizio industrializzazione

Produrre energia elettrica sfruttando la forza del mare

energia_rinnovabile_mareDal sito di Biblus.acca.it un interessante articolo sui progressi delle scienza “made in Italy” e sul fronte delle energie rinnovabili, la macchina che produce energia elettrica dal moto ondoso del mare.
A largo di piazza Sardegna a Marina di Pisa sono iniziati i lavori per l’installazione della prima “macchina delle onde”, il primo generatore in grado di trasformare l’energia prodotta dalle onde del mare in energia elettrica.
Realizzate e brevettate dall’azienda 40SouthEnergy (Società fondata a Londra nel 2007 dal matematico pisano Michele Grassi e che in seguito ha aperto una sede in Italia a Pisa)., nell’impianto pisano, che assicura una completa integrazione nell’ambiente marino e facilità di manutenzione, le macchine H24 saranno in grado, secondo le prime stime, di produrre circa 220 MWh all’anno, sufficienti a soddisfare i consumi di oltre 80 famiglie.
Occuperanno una superficie di circa 2700 metri quadrati e produrranno energia elettrica ad impatto zero sull’ambiente, che confluirà direttamente nella rete elettrica preesistente; sono destinate ad alimentare la cabina elettrica del porto, ma anche ricaricare le barche ormeggiate, gli impianti di dissalazione e le auto elettriche.
Questo il primo passo all’utilizzo di diverse tecnologie innovative, con una sensibile diminuzione dei costi di produzione di energia.

Filmato  YouTube

Il disastro nucleare in Giappone dimostra che non ci sono centrali nucleari sicure

Il recente disastro nucleare in Giappone (si parla ormai del più grande disastro nucleare che sia mai avvenuto) pone nuovi e vecchi interrogativi sulla recente riapertura dell’Italia alla costruzione di centrali nucleari. La tragedia del terremoto in Giappone sembra infatti dare una drammatica conferma all’affermazione: “Non esistono centrali nucleari sicure e antisismiche nonostante l’utilizzo di tecnologie avanzate” per non parlare poi del problema (ancora irrisolto) dei siti di stoccaggio delle scorie radioattive e delle centrali dismesse. 

Il referendum sul nucleare che si terrà fra alcuni mesi costituisce per l’Italia una nuova formidabile occasione di riflessione per tutti e come sempre avviene per i grandi temi indipendentemente dal colore politico di appartenenza. 

E’ vero che il nucleare è l’unica possibile alternativa (a messo che lo sia) alla sudditanza energetica dell’Italia dalle altre nazioni? L’Italia è un paese ad alto rischio sismico, la scelta del nucleare mette a rischio la sicurezza delle popolazioni? e se è così il rischio vale davvero la candela?

A noi l’ardua sentenza di decidere anche per le generazioni future.

Detrazioni del 55% – Gli interventi agevolati

La legge finanziaria 2007 ha introdotto per i contribuenti una detrazione dall’IRPEF o dall’IRES del 55% delle spese sostenute per gli interventi di riqualificazione energetica effettuati sugli edifici esistenti. La legge finanziaria 2008 (legge n. 244 del 24 dicembre 2007) ha prorogato gli incentivi già previsti e ne ha introdotto di nuovi, per spese sostenute entro il 31 dicembre 2010. Possono usufruire della detrazione le persone fisiche, gli enti, le imprese, (su beni strumentali all’esercizio delle attività) per le spese effettuate su edifici o parti di edifici o su unità immobiliari di qualsiasi categoria catastale. Per tutti gli interventi possono essere detratte le spese delle opere tecniche e le spese per le prestazioni professionali necessarie alla loro realizzazione, compresa la redazione dell’attestato di certificazione o di qualificazione energetica e la eventuale asseverazione.

 Gli interventi su edifici esistenti ammessi alla detrazione sono:

  • interventi di riqualificazione energetica globale di interi edifici
  • la coibentazione di chiusure orizzontali e verticali
  • la sostituzione di finestre comprensive di infissi
  • l’installazione di pannelli solari termici
  • la sostituzione completa o parziale di impianti di riscaldamento con altri dotati di caldaie a condensazione o con pompe di calore ad alta efficienza o con impianti geotermici a bassa entalpia.

Per gli interventi realizzati dal 1° gennaio 2009, la detrazione dall’imposta lorda è in cinque rate annuali di pari importo. Per lo stesso intervento, queste detrazioni fiscali non sono cumulabili con le detrazioni del 36% previste per la manutenzione straordinaria delle abitazioni né con altre agevolazioni fiscali nazionali. Sono però compatibili con la richiesta di titoli di efficienza energetica (certificati bianchi) di cui al Dl del 24 luglio 2004 del Ministero delle Attività Produttive di concerto con il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e con incentivi di diversa natura che saranno indicati in un decreto di prossima emanazione.

Pubblicata in proposito la nuova guida di ENEA sulle detrazioni IRPEF al 55% dal titolo: “La casa evoluta“.

News sulla certificazione energetica

Ecco alcuni interessanti articoli tratti da: Ilsole24ore.com e dalla rivista INARCOS sul tema della certificazione energetica.

Il primo articolo proposto affronta il  problema della disomogeneità dei criteri di calcolo, tra le varie regioni, per l’attribuzione delle classi energetiche, il secondo fa un’analisi dell’impatto, attuale e futuro,  che l’introduzione dell’attestato di certificazione energetica ha o avrà sul mercato delle compravendite immobiliari, mentre l’ultimo riporta le risposte della Regione Emilia Romagna alle domande più ricorrenti in tema di certificazione energetica.

Pagella energetica in ordine sparso

Il mercato non premia il valore dell’attestato

Efficenza energetica e certificazione

Calcolo parcelle per la Certificazione Energetica

(Art. modif. 3.8.2010). Eseguire un calcolo rigoroso della parcella per la determinazione del compenso professionale dell’Attestato di Certificazione Energetica è un’impresa alquanto complessa viste le innumerevoli variabili che lo influenzano. In assenza di uno specifico tariffario di riferimento, anche per consentire l’opinamento delle parcelle in caso di contestazione, diversi ordini e collegi hanno adottato propri criteri calcolo più o meno elaborati. Si riportano a titolo di esempio quello più semplicistico dell’ Ordine degli Ingegneri della Provincia di Monza e della Brianza dal titolo: “Tariffe di riferimento per la Certificazione Energetica” e quello più elaborato predisposto dall’Ordine degli Ingeneri della Provincia di Bologna approvato con “Delibera del Consiglio dell’Ordine del 22/4/2010” da cui il documento qui riprodotto in pdf: “Esempi di applicazione del calcolo“. Malgrado gli evidenti limiti che, a parere dello scrivente,  tali documenti contengono, trattandosi di tariffari di riferimento, e quindi in alcun modo vincolante, gli stessi possono risultare approssimativamente utile sia per il professionista (che deve stabilire il valore da attribuire alla propria opera) che per l’utente finale che dovrà sopportarne il costo. E’ ovvio comunque che nulla osta ad applicare tariffe inferiori o superiori a seconda delle condizioni al contorno e delle numerose variabili in gioco.

Nel produrre un Attestato di Certificazione Energetica (ACE) entrano in gioco numerosi fattori quali: le dimensioni dell’immobile, la tipologia degli impianti presenti, la quantità e qualità del materiale che il cliente mette a disposizione del certificatore. A volte per il disbrigo degli adempimenti necessari a produrre l’attestato ACE (è il caso di immobili superiori ai 1000 mq) ci possono volere anche diverse settimane infatti, l’attestato di certificazione energetica è un documento che va prodotto sulla base di calcoli, disegni e sopralluoghi che richiedono tempo.

La certificazione energetica è una valutazione, prodotta per mezzo di una opportuna procedura di calcolo, volta a definire un indicatore del consumo energetico del sistema edificio-impianti asseverata da un tecnico abilitato iscritto ad un rispettivo albo professionale.

In Emilia Romagna (ad esempio) la determinazione del rendimento energetico deve essere calcolata con riferimento alle metodologie di cui all’allegato 8 della Delibera Regionale n. 156/2008. In particolare, sulla base delle diverse finalità, viene individuato quale parametro di riferimento l’indice di prestazione energetica EP, che esprime il valore del fabbisogno di energia primaria diviso la superficie utile dell’edificio nel caso di edifici residenziali (espresso in kWh/m2 anno) o diviso il volume lordo riscaldato nel caso di edifici diversi (espresso in kWh/m3). Vengono inoltre fornite indicazioni sugli interventi, ritenuti prioritari, da eseguire per migliorare il rendimento energetico dell’edificio con la stima del tempo di rientro dell’investimento necessario per eseguirli.

E’ bene ricordare che l’attestato di certificazione energetica di un immobile (che in assenza di modifiche sullo stesso ha valore decennale), quantificando i consumi energetici, che generalmente rappresentano una delle maggiori voci gestionali di spesa per gli immobili, è di fatto destinato ad influenzarne anche il valore di mercato. Certificare con serietà significa operare nei modi e nei tempi giusti, fattori che comportano un costo al di sotto del quale è difficile scendere. Certificazioni energetiche eseguite “a distanza” o a prezzi stracciati sono quindi da evitare se si desidera che il processo di giudizio venga eseguito nel migliore dei modi.

Link ad altri articoli sull’argomento presenti nel Blog:

Il Certificato Energetico degli Edifici

Guida alle agevolazioni fiscali del 55%

Guida all’agevolazione fiscale del 55% per la riqualificazione energetica

Pubblicata a novembre 2009 dall’Agenzia delle Entrate la nuova “Guida alle agevolazioni fiscali per il risparmio energetico“, che descrive gli interventi per i quali si può fruire del beneficio e gli adempimenti necessari per ottenerlo. Fino al 31 dicembre 2010, si può usufruire di un’agevolazione fiscale per le spese sostenute in relazione ad interventi finalizzati al risparmio di energia. Nel caso di dubbi è possibile chiamare il call center dell’Agenzia delle Entrate al numero verde: 848.800.444 oppure andare sull’interessante  sezione dedicata all’efficienza energetica nel sito dell’ENEA.

Altre guide sull’argomento: “Guida semplificata di Edilportale

Dal WWF il decalogo della casa veramente ecologica

I dieci requisiti che, secondo il WWF Italia, un edificio davvero ecologico deve avere, per non confondersi con la schiera di progetti ‘verdi’, ‘ecologici’, ‘sostenibili’ più o meno sinceri, di cui l’architettura moderna spesso si fregia:

 

  1. la sua costruzione sia indispensabile
  2. sia adeguatamente localizzato
  3. sia specifico per una località
  4. recuperi o riqualifichi l’esistente
  5. riduca al minimo le dimensioni
  6. usi materiali a basso impiego di energia, salubri e a basso impatto
  7. riduca il bisogno di energia
  8. dia un ruolo attivo nella progettazione agli abitanti
  9. esprima la capacità sociale del costruire
  10. sia finalizzato al benessere della comunità

Solo teoria? No, nel Convegno del 9 novembre scorso – introdotto dal presidente onorario del WWF Italia e architetto Fulco Pratesi, e dalla presidente del WWF Lazio Vanessa Ranieri – sono stati passati in rassegna progetti ed elementi di edilizia sostenibile molto concreti: lo studio di materiali e tecniche per l’isolamento termico degli edifici e l’efficienza energetica (arch. Paolo Rava, Università di Ferrara); un progetto di architettura “dell’essenziale” in un’area povera dell’Africa, realizzata con risorse e materiali locali e dalla forte valenza sociale (arch. Emilio Caravatti). La realizzazione di un quartiere residenziale a Pieve di Cento, in provincia di Bologna, basata su una stretta relazione tra natura e costruito, e un confronto serrato tra bioclimatica, scelte tecnologiche e tradizioni locali (arch. Angelo Mingozzi, Università di Bologna).

Presentazione convegno WWF e decalogo sulla casaecologica

Il Certificato Energetico degli Edifici

Con il D.lgs 192/2005 (recepimento della direttiva n. 2002/91/Ce) anche per il settore dell’edilizia vengono stabiliti i criteri, le condizioni e le modalità per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici, per: “favorire lo sviluppo, la valorizzazione e l’integrazione delle fonti rinnovabili e la diversificazione energetica, introducendo, inoltre, una metodologia di calcolo, i requisiti della prestazione energetica per il contenimento dei consumi, nonché le modalità di esercizio e di conduzione degli impianti termici”.

Secondo la direttiva europea il rendimento energetico dell’edificio è calcolato come la quantità di energia consumata con un uso standard dell’edificio comprendendo quindi anche l’energia utilizzata per il riscaldamento dell’ambiente, dell’acqua per uso igienico-sanitario, il riscaldamento, il raffrescamento estivo, la ventilazione e illuminazione. Dal calcolo viene redatta la certificazione energetica dell’edificio.

L’attestato di certificazione energetica dell’edificio deve essere redatto, da un professionista specializzato iscritto all’albo dei certificatori energetici o da un organismo preposto, sulla base di criteri generali e di apposite metodologie di calcolo. E’ corredato da suggerimenti in merito agli interventi più significativi ed economicamente convenienti per il miglioramento della predetta prestazione.

 Dal 1 luglio 2009 la certificazione energetica degli edifici è diventata obbligatoria nei seguenti casi: 

  • Edificio/immobile oggetto di compravendita (anche riscattato da leasing)
  • Edificio/immobile  oggetto di locazione
  • Edificio/immobile soggetto a ristrutturazione, per cui è necessario richiedere la concessione edilizia
  • Edificio/immobile di nuova costruzione
  • Richiesta di incentivi ed agevolazioni (fondo perduto, credito d’imposta, detrazione d’imposta) qualora si realizzino interventi per l’abbattimento dei consumi energetici

 Nel certificato viene indicata la quantità di energia consumata annualmente dall’edificio, ha validità 10 anni e riporta dettagliate informazioni sull’involucro edilizio e sugli impianti tecnologici installati.

 Nel dettaglio un certificato energetico conterrà un elenco di classi e un indicatore che indichi in che classe si trova l’edificio. Le classi partono dalla lettera A+ (casa passiva a consumo zero) e arrivano alla lettera G: la classe A indica un consumo molto basso, mentre la classe G un consumo molto alto, seguendo praticamente lo stesso sistema che viene usato nel campo degli elettrodomestici.

Certificazione edifici 

Il valore indicato viene espresso in “kWh/mq anno” (indice dell’efficienza energetica degli edifici) che rappresenta il fabbisogno energetico per metro quadrato in un anno necessario per il riscaldamento, per la produzione di acqua calda e per il raffrescamento estivo. Includendo inoltre il consumo energetico dell’illuminazione e degli apparecchi elettrici, si ottiene l’indice energetico complessivo.

Gli obiettivi della certificazione energetica degli edifici sono:

  • definire un indicatore del consumo energetico dell’edificio nell’interesse dell’utente e per collegare il valore dell’edificio nel mercato immobiliare al suo consumo energetico;
  • rendere più trasparenti i rapporti con i fornitori di energia e di servizi energetici;
  • identificare gli edifici che necessitano di interventi di efficienza più approfonditi;
  • fornire elementi per incentivare gli interventi di risparmio energetico.

Resta inteso che per gli edifici esistenti le indicazioni riportate non saranno vincolanti, ossia non porrà obblighi d’intervento nei casi di edifici che “consumano” molto.

E’ comunque certo che la certificazione energetica è destinata a modificare le abitudini nella compravendita degli immobili entrando a far parte del corredo della casa in vendita. L’obiettivo è che venga incentivata la riqualificazione degli edifici a bassa prestazione energetica.

Sull’argomento:

ERMES Regione ER           ENEA         Professione architetto

DOCET-ENEA-CNR            Edilportale           Autodichiarazione precisazioni ER

DM del 26 giugno 2009              Precisazioni dal Notariato (fonte: BLT)

Altri articoli presenti sul Blog:   Calcolo parcelle per la Certificazione Energetica

Compravendite senza certificato energetico

È stata pubblicata sul supplemento ordinario n. 196 alla Gazzetta Ufficiale n. 195 del 21 agosto scorso la legge n.133 del 6/8/2008 recante: “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge n. 112 del 25/6/2008, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria”.  (vedi news tratta dal sito di edilportale.com)

Valore della casa e risparmio energetico

 

Con riferimento ad un tema di grande attualità quale l’influenza sul valore degli immobili delle caratteristiche ambientali ed in particolare con riferimento alle tecnologie impiegate per le abitazioni riguardo al risparmio energetico vale la pena segnalare un interessante articolo, pubblicato, da: “il sole 24 ore” dal titolo: “Risparmiare energia …. aumenta il valore della casa“.

Condensa e isolamento termico

Negli ultimi anni l’esigenza (sia pur legittima) di diminuire le dispersioni termiche nelle abitazioni ha ridotto in molti casi la permeabilità al vapore dell’involucro edilizio accentuando l’insorgenza della condensa nelle abitazioni. Capita quindi sempre più spesso di essere chiamati, anche in sede giudiziaria, a confrontarsi con questa patologia.

La condensa  dell’acqua è un fenomeno particolarmente insidioso quanto diffuso nelle abitazioni e se trascurata, può creare danni ai muri e all’edificio nel suo complesso inoltre rende pessimo il comfort delle abitazioni e contribuisce non poco a ridurre le proprietà coibentanti e l’isolamento termico delle strutture e dei materiali edili.

Talvolta la condensa viene scambiata con le infiltrazioni d’acqua dalle quali invece differisce per natura e aspetto. Infatti l’acqua di condensa è vapore, già presente nell’aria, che per effetto di un abbassamento di temperatura (ad esempio il contatto con una superficie più fredda) passa dallo stato di vapore a quello di liquido appunto condensa.

Molto spesso la causa che porta all’insorgenza della condensa è legato alla conduzione dei locali. In questi casi un corretta gestione degli ambienti quale ad esempio: l’aerazione periodica degli stessi, l’utilizzo di deumidificatori, ecc.; permette di evitare l’insorgenza della condensa.

A volte invece si è in presenza di errori occorsi nella scelta non oculata dei materiali (per ignoranza o per economia) e allora è necessario individuare ed eliminare le zone fredde che sono appunto quelle che favoriscono la formazione della condensa quali: i vetri o i telai delle finestre, la presenza di canne fumarie nelle pareti e più in generale di ponti termici, ecc.

L’ideale è quindi sempre quello di prevedere in anticipo (ossia già in fase progettuale) il rischio condensa adottando a monte tutti quegli accorgimenti che la regola dell’arte e il buon senso impongono (senza puntare solo al risparmio).