L’Unione Europea contro l’obsolescenza programmata

europaSi riporta un interessante articolo scritto da Claudia Ciriello sul sito Help consumatori che introduce il concetto di obsolescenza programma e dei nuovi interventi che l’Unione Europea sta studiando per porvi rimedio.

I beni di consumo elettronici, invece di durare correttamente il più a lungo possibile, cessano di funzionare a distanza di poco tempo dall’acquisto, non a causa dell’usura del bene in se, ma per una programmazione della durata del prodotto fatta dai produttori. Questo modo di operare è l’ obsolescenza programmata, il fenomeno della tecnologia programmata per non durare

E’ un tema finito sotto i riflettori della stessa Autorità Garante della concorrenza e del mercato che di recente ha sanzionato Apple e Samsung e ha accertato la messa in atto di pratiche commerciali scorrette in violazione degli articoli 20, 21, 22 e 24 del Codice del Consumo.

Fenomeno risolto? A quanto pare non ancora, dal momento che smartphone, pc, tablet, ma anche frigoriferi, lavatrici e altri prodotti tecnologici manifestano un difetto o cessano di funzionare a garanzia scaduta, con la previsione di una riparazione più onerosa rispetto all’acquisto di un nuovo prodotto. Il rischio che sembra palesarsi è che i pezzi di ricambio dei prodotti tecnologi non siano più in commercio. Oppure ci vorrebbero troppe settimane per riceverli a casa, e quindi la spesa potrebbe non valere l’impresa, tanto che l’unica soluzione ottimale per il consumatore sembra essere quella di provvedere all’acquisto di un nuovo prodotto.

Sono temi sui quali si è attivata l’Europa con il pacchetto Ecodesign, che prevede misure atte a far fronte al fenomeno dell’obsolescenza programmata di tv, lavatrici, lavapiatti e frigoriferi. Il “pacchetto europeo” è attualmente al vaglio di Parlamento e Consiglio. Se verrà accettato, la Commissione Europea potrà adottare le misure in esso comprese già nelle prossime settimane.

Tra le principali misure proposte dall’UE c’è l’obbligo per i produttori di disponibilità dei pezzi di ricambio dei beni per un periodo minimo che va dai 7 ai 10 anni (lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi), con un tempo di consegna massimo di 3 settimane al fine di creare un circolo virtuoso positivo tra acquisti, lotta allo spreco, tutela dell’ambiente e tutela del consumatore. In pratica l’Europa chiede ai produttori di facilitare ai consumatori la riparazione dei beni acquistati, per fronteggiare l’obsolescenza attuale. L’Ecodesign prevede anche che i consumatori siano informati su come riparare i propri apparecchi. Per questo dovranno essere a loro disposizione dei documenti necessari per la riparazione da parte di terzi, come a esempio, manuali, schema di (dis)assemblaggio, schema della centralina, elenco dei codici di errore diagnostici. Ora c’è solo da attendere che le misure europee entrino in vigore quanto prima in modo da riuscire a creare una società meno consumistica, in controtendenza rispetto a quella attuale.

Regime forfettario 2019, tutte le novità per i professionisti!

La legge di Bilancio 2019 (legge 145/2018) prevede importanti novità in merito all’estensione del regime forfettario; a partire dal 1° gennaio 2019 sono entrate in vigore delle modifiche circa i nuovi requisiti di acceso e di permanenza nel regime forfettario.

In particolare, il provvedimento estende il regime agevolato con imposta sostitutiva unica agevolata al 15% atutte le attività d’impresa e professionali che hanno conseguito nell’anno precedente ricavi/compensi fino a un massimo di 65.000 euro (tale limite era in precedenza fissato a 30.000 euro).

Vengono apportate modifiche all’art. 1 della legge di legge di Bilancio 2015 (legge 190/2014) che introduce il regime forfetario, un particolare regime fiscale attraverso il quale si può usufruire di una partita Iva agevolata; i vecchi commi 54 e 55 della legge di Bilancio 2015  sono sostituiti dai nuovi commi 9–11, art. 1, della legge di Bilancio 2019.

Requisiti ed esclusioni

Dal 1° gennaio 2019 possono accedere a questo regime fiscale agevolato tutte le persone fisiche esercenti attività d’impresa, arte o professione che nell’arco dell’anno solare precedente:

  • hanno conseguito ricavi o compensi, ragguagliati ad anno, non superiori a 65.000 euro
  • non hanno partecipazioni a società di persone, associazioni o imprese familiari
  • non hanno il controllo di Srl o associazioni in partecipazione che esercitano attività direttamente o indirettamente connesse con quelle svolte dal soggetto titolare del regime forfettario
  • inoltre, nel caso di esercizio contemporaneo di attività contraddistinte da differenti codici ATECO, si assume la somma dei ricavi e dei compensi relativi alle diverse attività esercitate
  • NON possono accedere al regime le persone fisiche la cui attività siano esercitata prevalentemente nei confronti di datori di lavoro con i quali sono in corso rapporti di lavoro o erano intercorsi rapporti di lavoro nei 2 precedenti periodi d’imposta, ovvero nei confronti di soggetti direttamente o indirettamente riconducibili ai suddetti datori di lavoro

Il regime forfetario cessa a partire dall’anno successivo a quello in cui viene meno il requisito dei 65.000 euro.

Inoltre, ai fini della verifica dell’unico requisito ora necessario (limite dei ricavi/compensi), il riferimento ai soppressi studi di settore è stato trasferito agli indici sintetici di affidabilità fiscale (Isa), che ne hanno preso il posto dal periodo d’imposta 2018.

Da notare che rispetto al passato, vengono invece eliminati i seguenti requisiti: il limite di 5.000 euro relativo alle spese per lavoro accessorio, lavoro dipendente e per compensi erogati a collaboratori, anche assunti per esecuzione di progetti; il limite di 30.000 euro relativo al reddito da lavoro dipendente percepito; il limite di 20.000 euro relativo al costo per beni strumentali.

Tassazione

Chi accede al regime forfettario non potrà dedurre costi dal reddito: i compensi su cui applicare l’imposta, infatti, sono ridotti mediante l’applicazione di un coefficiente di redditività che varia a seconda dell’attività svolta.

Di seguito si riportano i coefficienti di redditività.

Tipologia di attività

Coefficiente di Redditività                       

Industrie alimentari e delle bevande40%
Commercio ingrosso e dettaglio
40%
Commercio ambulante di alimentari e bevande
40%
Commercio ambulante di altri prodotti 54%
Costruzioni e attività immobiliari86%
Intermediari di commercio62%
Attività dei servizi di alloggio e ristorazione40%
Attività professionali78%
Altre attività economiche67%

Il meccanismo di tassazione, da applicare ai ricavi/compensi moltiplicati per i coefficienti di redditività, è il seguente:

  • le partite Iva con un fatturato fino a 65.000 euro sono soggette al 15% di imposta
  • con reddito annuo tra i 65.000 e i 100.000 euro, dal 2020, la tassazione sale al 20% (regime super-forfettario)
  • per i primi 5 anni di attività la tassazione è pari al 5% (questo ulteriore sconto di imposta non ci sarà per chi ha avuto una partita Iva nei 3 anni precedenti)

Regime super-forfettario

La legge di Bilancio 2019 (art. 1, commi 17-22) prevede, inoltre, agevolazioni anche per redditi fino a 100.000 euro, con l’introduzione di un livello intermedio di agevolazioni per coloro i quali non rientrano nel regime forfetario.

A partire dal 1° gennaio 2020, per i professionisti e gli imprenditori individuali che nell’anno precedente hanno superato il limite di 65.000 euro, ma che rientrino nella soglia di 100.000 euro per quanto concerne ricavi o compensi relativi al periodo d’imposta precedente a quello per il quale si presenterà la dichiarazione, sarà possibile applicare un’imposta sostitutiva avente un’aliquota pari al 20%.

Come si calcola la tassazione per un professionista

Per calcolare il reddito imponibile in regime forfettario per un professionista occorre moltiplicare i compensi annuali percepiti per il coefficiente di redditività pari al 78% (V. tabella precedente).

A tale valore vanno sottratti i contributi previdenziali obbligatori. Si moltiplica poi il valore ottenuto per il 15%.

Statistiche sul mercato immobiliare residenziale – anno 2017

L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato le Statistiche Regionali 2017 con i report che analizzano nel dettaglio l’andamento dei mercati immobiliari residenziali locali nel 2016.

Le Statistiche regionali, realizzate dalle Direzioni Regionali e dagli Uffici Provinciali – Territorio in collaborazione con l’Ufficio Statistiche e Studi del Mercato Immobiliare della Direzione Centrale OMISE, illustrano la composizione e la dinamica del mercato residenziale regionale, approfondendone i dati strutturali dei singoli mercati provinciali. In particolare vengono illustrate:

  • la serie storica delle compravendite dal 2004
  • le quotazioni medie delle abitazioni
  • l’intensità del mercato immobiliare
  • le classi dimensionali delle abitazioni compravendute
  • le superfici medie delle abitazioni compravendute

L’Agenzia ha reso disponibile una pubblicazione per ogni Regione d’Italia.

I dati riportano un trend positivo generale del mercato immobiliare rispetto all’anno 2015, ma con una variazione negativa delle quotazioni rispetto all’anno precedente.

Sostanzialmente si vendono molte più case ma ad un prezzo più conveniente.

Link alle statistiche regionali 2017.

Acquisto immobili con riscatto – Rent to buy

MakeThumbnailSi può diventare proprietari di casa anche senza chiedere un mutuo, grazie alla formula dell’affitto con riscatto, il cosiddetto “rent to buy”. Il rent to buy può essere inteso come un nuova tipologia di contratto in cui si fondono sia un contratto di locazione che un preliminare di vendita. In pratica, il proprietario consegna da subito l’immobile al conduttore futuro acquirente, il quale paga il canone, proprio come se fosse un affitto. Dopo un determinato periodo di tempo, il conduttore può acquistare il bene, detraendo dal prezzo una parte dei canoni pagati. Terminato il periodo di tempo prestabilito, generalmente 10 anni, il conduttore può acquistare definitivamente l’immobile. Il vantaggio principale per chi vende è la possibilità di trovare un maggior numero di potenziali acquirenti. Il rischio potrebbe essere legato al fatto che il conduttore potrebbe decidere di non comprare la casa. In tal caso, però, il proprietario potrà trattenere in tutto o parte di quanto è stato pagato (e sarà certamente una somma maggiore rispetto ad un normale canone di locazione). Altro vantaggio per il venditore è che in caso di inadempimento nel pagamento dei canoni da parte del promittente acquirente, dovrà intraprendere non una normale azione di sfratto, bensì di rilascio del bene che è molto più veloce e meno costosa. Inoltre, il venditore è comunque tutelato, in quanto il canone concordato tra le parti è solitamente più elevato rispetto a un comune canone di locazione. D’altra parte anche il conduttore è tutelato, visto che la legge prevede la trascrizione nei registri immobiliari del contratto di rent to buy, con durata di 10 anni, che consentirà al conduttore di acquistare il bene libero da ipoteche, pignoramenti, o altre pregiudizievoli, che emergano dopo la trascrizione del rent to buy. Inoltre, si può affittare con riscatto non solo un appartamento, ma anche autorimesse, cantine, negozi, uffici, capannoni, finanche terreni. Dal punto di vista fiscale, nel periodo del godimento dell’immobile (durante la locazione), le imposte legate al possesso dell’immobile sono a carico del proprietario, come in qualsiasi contratto di affitto. Le spese di trascrizione del contratto nei registri immobiliari sono, invece, a carico dell’acquirente, come le spese ed imposte dovute per l’atto di compravendita dell’immobile. Quando si procederà alla cessione dell’immobile, si farà riferimento alle ordinarie imposte previste per la compravendita immobiliare.

In linea generale, i vantaggi per l’acquirente possono essere così riassunti:

  • disponibilità immediata della nuova casa con possibilità di acquisto dopo un dato periodo e ad un prezzo prefissato
  • patrimonializzazione dei canoni di locazione che non vanno perduti
  • possibilità di vendere l’eventuale vecchia proprietà immobiliare con maggior tempo a disposizione e maggiore tranquillità
  • possibilità di superare i problemi fiscali relativi all’imposizione in caso di doppia intestazione (casa vecchia – casa nuova)
  • possibilità di traslare la richiesta di mutuo al momento dell’acquisto
  • risparmio immediato degli oneri finanziari del mutuo, che verrà acceso solo al momento dell’esercizio di opzione di acquisto

I vantaggi per il costruttore sono:

  • messa a reddito del patrimonio immobiliare
  • miglioramento delle performance di vendita: il conduttore avrà tutto l’interesse ad acquistare vista la patrimonializzazione delle somme versate
  • maggior numero di potenziali acquirenti
  • maggiori tutele rispetto al regime di locazione in caso di mancato pagamento dei canoni

Il Consiglio nazionale del Notariato ha pubblicato una pratica guida che risponde in maniera semplice alle domande più interessanti sul rent to buy e ha, inoltre, disponibile anche uno schema di contratto tipo.   (articolo by BibLus-Net)

– Decalogo Notariato rent to buy

– Schema Contratto Rent to Buy Notariato

Crisi del mercato immobiliare. -13,8% nei primi mesi dell’anno


portale_dell_edilizia
Dal sito Storemat.com un articolo che fotografa la profonda crisi del settore immobiliare.
La crisi che attanaglia il mondo dell’edilizia non poteva non farsi sentire pesantemente anche sul mercato immobiliare. Le contrazioni di vendita ci sono, anche se non sono omogenee nel Paese.
Secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate, la compravendita di immobili sia per il residenziale che per il non residenziale si sono ridotte del 13,8% nel primo trimestre 2013. Il dato fa riflettere, soprattutto se si considerano i numeri e li si confronta con quelli del 2012. In questi primi mesi del 2013, infatti, sono state acquistate 94.503 abitazioni, mentre lo scorso anno le transazioni ufficiali erano arrivate a 110.116 nello stesso arco di tempo.
Al sud il calo del mercato immobiliare è stato meno traumatico ed è diminuito solo dell’ 11,4%. Il numero negativo mette comunque in allarme i costruttori e le associazioni edili che stanno monitorando la situazione. Al centro e al nord, invece, il settore perde rispettivamente il 16,7% e il 14,7%.
La città che ha registrato meno compravendite è stata Bologna che ha perso il 12%. Seguono Roma e Genova con una diminuzione dell’11%. Le città che, al contrario, sembrano aver patito meno la crisi immobiliare sono state Milano, che ha perso solo il 4%, e Firenze, dove gli affari sono scesi del 5%.
Per quanto riguarda gli immobili non residenziali, la flessione è del 9,2%. Seguono il settore commerciale con un calo del 8,7%, e il settore produttivo  con una diminuzione del 5,9%.

Vedi anche il: Rapporto Immobiliare OMI 2013.pdf

Serve una guida per la scelta delle polizze RC Professionali

Quella delle polizze RC professionali per ingegneri (e non solo) è una vera giungla. Quasi tutte le compagnie propongono dei loro pacchetti ma alla fine i dubbi per chi le sottoscrive permangono sempre. Cosa accade ora che l’obbligo di assicurarsi(*) è diventato una realtà per tutti i professionisti? Gli ordini oltre che a stipulare dubbie convenzioni conalcune compagnie provvederanno a fornire gli iscritti con guide o tabelle comparative utili per una scelta consapevole e senza inganni, che faccia stare tranquilli nel momento del bisogno?

Le polizze RC professionali per ingegneri, ad esempio,  prevedono infatti spesso: alte franchigie (generalmente pari al 10% e con un minimo fisso piuttosto scoraggiante) che non tutelano i professionisti, diffusi sottolimini che di fatto rendono una chimera i massimali proposti, ambiguità nella descrizione delle coperture garantite, costi spesso sproporzionati rispetto ai rischi, premi incerti, per non parlare poi dei costi di assistenza legale che spesso non coprono le spese per le perizie.

A poco servono le parole rassicuranti degli agenti quanto, anche in buona fede, a fronte della richiesta di far mettere nero su bianco se alcune delle attività svolte rientrano esplicitamente nella polizza, ti rispondono: ”Mi dispiace ma la compagnia non da queste precisazioni, però le assicuro che lei è coperto per l’attività che mi ha detto”.

Dal momento che neppure gli ordini professionali forniscono vademecum per orientarsi nella scelta della polizza RC più conveniente, a seconda ovviamente delle necessità individuali, sarebbe bello se tutti fornissimo, in base alle proprie esperienze, un proprio contributo stilando un elenco di garanzie minime che una buona polizza dovrebbe avere e magari una classifica comparativa delle RC attualmente sul mercato, un po’ come si fa per le polizze auto.

Ad esempio, giusto per iniziare, una buona polizza RC professionale dovrebbe avere:

retroattività illimitata, prevedere l’assistenza giudiziaria ivi compreso il costo di eventuali perizie, non elencare le voci di ciò che è coperto (assicurazione all risk) ma solo ciò che è escluso, possibilità di scelta del tipo di franchigia comunque sempre con un limite minimo ed uno massimo proporzionati all’ammontare del premio assicurato, …..

(*) Dalla rasegna stampa di Legislazione Tecnica del 16-9-2011 un articolo pubblicato su Italia Oggi a riguardo del nuovo obbligo di assicurarsi per i professionisti.

Si richiedono maggiori garanzie per chi compra casa

Quattromila imprese di costruzioni fallite nel solo biennio 2009-2010 a causa della crisi. La legge di tutela degli acquirenti di nuove case (Dlg. 122/2005) mette veramente gli acquirenti al riparo dai fallimenti dei costruttori? Secondo un recente articolo di Italia Oggi (preso dalla rassegna di Legislazione Tecnica) purtroppo no. A distanza di più di tre anni dalla realizzaazione di un precedente report sullo stato di attivazione del Dlg. 122/2005 permangono alti livelli di elusione e questo perchè la legge non prevede adeguate sansioni mentre le polizze si rilevano molto onerose per i costruttori.

Link utili:  

– Articolo: Italia Oggi del 31-8-2011

– Testo del Dlg. 122/2005 

La cedolare secca – come funziona e quando conviene

L’articolo 3 del dlgs n. 23 del 14 marzo 2011 istituisce un’imposta sostitutiva di quelle che sono attualmente dovute sulle locazioni la “cedolare secca sugli affitti“. E’ un regime facoltativo e si applica in alternativa a quello ordinario.

Il soggetto che può esercitare l’opzione per l’applicazione della cedolare secca è il locatore, persona fisica (privato che non agisce nell’esercizio di impresa o professione), proprietario o titolare di diritto reale di godimento (uso, usufrutto, abitazione) di unità immobiliari abitative locate.

Aliquote

La cedolare secca si applica con un’aliquota del:

19% per i contratti di locazione a canone concordato relativi a immobili siti nei Comuni ad alta tensione abitativa individuati dall’articolo 1, D.L. 30.12.1988 n. 551.

21% per gli altri contratti di locazione a uso abitativo, quelli conclusi a prezzi di mercato, quelli per studenti e quelli a canone concordato in Comuni non ad alta tensione abitativa, nonché quelli non regolati dalla L. 9.12.1998, n 431.

Ma conviene a tutti applicare la cedolare secca? cosa succede in caso di evasione? Questi ed altri sono i temi affrontati da un interessante articolo pubblicato su: “Ilsole24ore.com”  (link all’articolo).

Nomisma – I rapporto immobiliare 2011

E’ stato pubblicato da Nomisma il primo rapporto immobiliare 2011. Nonostante la positiva evoluzione del clima di fiducia negli operatori, non sembra ancora esaurirsi la fase recessiva che ha caratterizzato il mercato immobiliare italiano nell’ultimo triennio, e non solo per effetto del quadro mecroeconomico complessivo.

I fattori che nei primi mesi del 2010 avevano ispirato un eccesso di ottimismo si sono scontrati con dinamiche di mercato particolarmente rigide, che ora disegnano un quadro di stagnazione, destinato ad appesantire ogni previsione.

Tra gli elementi nuovi e preoccupanti emersi dal rapporto: Il calo delle compravendite nel II semestre 2010, l’insensibilità delle quotazioni alla flessione della domanda e il difficile accesso ai mutui da parte delle famiglie a causa del severo atteggiamento mostrato dal sistema creditizio, più impegnato a sostenere i mutui di soggetti in difficoltà, che a concedere nuove operazioni. In assenza di una repentina correzione al ribasso dei prezzi e di un allentamento dei criteri di cessione del credito è, infatti, impossibile ipotizzare che l’offerta attuale e prospettica trovi riscontro nelle autonome capacità di assorbimento della domanda.

Si è creata quindi una situazione di stallo in cui tutti gli attori, senza eccezioni, sembrano accomunati dall’incertezza sui valori di mercato.

Nomisma ha messo a punto un nuovo indice di valutazione: ”l’indice di liquidità” che misura la capacità di un immobile di essere prontamente trasformato in moneta, senza significative perdite in conto capitale.

Introduzione al I Rapporto Immobiliare 2011 Nomisma

Sintesi del Rapporto Immobiliare 2011 Nomisma

Come il fisco rettifica i valori immobiliari

Il sole 24 Ore - Norme e TributiQuali sono le strategie del fisco a caccia di indizi per stabilire il vero valore degli immobili acquistati dal costruttore?

Abolito il valore legale delle quotazioni Omi il fisco da la caccia ad altri indizi per stabilire il vero valore dell’immobile acquistato dal costruttore. Importo del mutuo, movimenti bancari, dichiarazioni degli acquirenti; tutto può essere utile per accertare che il prezzo di compravendita indicato nel rogito è inferiore a quello reale.

Il testo completo dell’articolo qui scaricabile è estratto da una rassegna stampa del 22/11/2010 del sito della casa editrice: Legislazione Tecnica e pubblicato da: “Il sole 24 Ore – Norme e Tributi”.

Scarica qui il pdf del testo integrale dell’articolo

Compravendite immobiliari ancora in calo

Crollo immobiliareI prezzi delle case nel 1° semestre 2009 scendono dello 0,5% rispetto al 2° semestre 2008.

Con la Nota trimestrale l’Agenzia del Territorio fornisce una breve sintesi sull’andamento dei volumi delle compravendite effettuate in Italia nel corso del 2° trimestre 2009, mettendoli a confronto con i dati dello stesso periodo nel 2008.
 
In particolare: il settore residenziale segna un valore di (- 12,9%) che rispecchia l’andamento di tutti gli altri settori, il settore terziario registra il calo più contenuto (– 5,4%) mentre il settore commerciale è quello con il calo maggiore (- 20,3%).
 
Il mercato del settore residenziale subisce un decremento maggiore nel Centro (-14,4%), che è più limitato nel Nord (-12,7%) e nel Sud (-12,3%).
 
Si conferma, inoltre, come già messo in evidenza nella Nota trimestrale precedente, che la contrazione del mercato residenziale risulta più marcata nei Comuni non capoluogo (-14,6%), mentre nei capoluoghi la contrazione è leggermente inferiore (-8,9%). Anche per le principali 8 città e relative province si conferma tale tendenza, con una sensibile contrazione delle compravendite soprattutto nei Comuni minori (-13,9% mediamente) e sensibilmente più contenuta nelle città principali (-5,7%).
 
Per quanto riguarda i prezzi degli immobili residenziali nel 1° semestre 2009 è stata registrata una lieve flessione del valore medio nazionale, per unità di superficie.

Fonte: Agenzia del Territorio

Si segnala anche: Immobili, il grande freddo

La recente crisi economica e le responsabilità degli economisti

crisi-economicaL’arrivo improvviso della recente crisi mondiale sembra averci colto alla sprovvista facendo sorgere seri dubbi circa la credibilità degli economisti e degli attuali modelli economici che non ne avevano previsto o scongiurato l’arrivo.

Ma in quale misura gli economisti si siano realmente resi conti che la finanza era su un percorso insostenibile? E ancora: gli economisti quanto hanno influenzato le azioni e le omissioni dei politici e dei regolatori del mercato?

Anche se alcuni studiosi hanno avviato meditati esami di coscenza, l’umore prevalente sembra essere che continuare come se nulla fosse accaduto sia la migliore risposta alle critiche.

Purtroppo le amare lezioni del passato non sono servite a scongiurare gli errori del presente tanto più cocenti in un mondo globalizzato dove pochi, non senza trarne profitto, decidono per molti. L’interrogativo o la minaccia che incombe è: “Ma i molti resteranno sempre a guardare?”.

Alcuni tra questi inquietanti interrogativi sono parte di un recente articolo scritto dal Prof. Luigi Spaventa su “Lavoce.info“.

(Testo pdf dell’articolo )

Ha un costo l’ignoranza informatica?

computer nemicoUn recente studio dell’AICA-SDA Bocconi ha preso spunto dalle analisi dell’Istituto nazionale di statistica della Norvegia ed ha quantificato il tempo medio perso ogni settimana da un utente di PC non specialista tra: il tempo per aiutare altri colleghi in difficoltà con il PC, i problemi con la stampa, le richieste di aiuto ad altri più esperti, le manovre errate d’accesso ai Data Base, i  tentativi impropri di accesso a Internet, i problemi legati rispettivamente all’uso maldestro dell’e-mail e dei programmi di elaborazione testi e infine i problemi legati ai virus informatici.
Rapportando i minuti persi ogni settimana al tempo contrattuale, e al costo medio del lavoro degli utenti generici di informatica in Italia, si ottiene il costo di 15,6 miliardi di Euro perso appunto per l’ingnoranza informatica.

 
Alcuni link sull’argomento:
da “AICA”    –    da “Unindustria Bologna”:  Ignoranza informatica
da “MM Comunicazione”  Rapporto informatica

Immobili, il grande Freddo

italia-oggi logoE’ il titolo di un recente articolo del 10-6-2009 pubblicato dal quotidiano Italia Oggi e ripreso dalle news di Legislazione Tecnica. Il quadro che emerge dall’articolo è quello di una pesante crisi del settore immobiliare destinata  – salvo forse un breve periodo di ripresa per il settore residenziale a seguito del piano casa – a durare ancora a lungo nel tempo. Al momento ciò che si registra maggiormente non è tanto il crollo dei prezzi quanto l’impressionante calo del numero delle compravendite.

La crisi economica falcia le compravendite immobiliari nel terziario

Agenzia territorioAnche le compravendite immobiliari nel terziario subiscono una brusca frenata causata dalla crisi economica in atto nel nostro paese. Questo è quanto emerge dall’ultimo rapporto pubblicato dell’ Agenzia del Territorio relativo ai dati raccolti nel primo trimestre del 2009. In particolare si osserva una sostanziale frenata delle compravendite (rispetto allo stesso perodo del 2008). Le transazioni con riguardo a: uffici, immobili ad uso commerciale e soprattutto capannoni fanno registrare variazioni negative fino al 33,5%.

Si rimanda al testo del rapporto immobiliare anzi detto per maggiori dettagli:  “Rapporto immobiliare 2009

La crisi economica sulla stampa italiana

giornaliSembra tornare l’ottimismo tra gli imprenditori italiani, almeno secondo l’indagine dell’ISAE (Istituto di Studi e di Analisi Economica). E’ vero che la Borsa va meglio, eppure l’indagine trimestrale sull’andamento della capacità produttiva mostra che nel primo trimestre 2009 le imprese manifatturiere hanno ulteriormente ridotto l’utilizzo degli impianti e segnalato maggiori difficoltà produttive. E allora da dove nasce il ritrovato clima di fiducia? Coincide con la scomparsa del termine crisi dai titoli dei quotidiani? Un interessantissimo articolo affronta un tema ormai oggetto più di opinioni personali e di sensazioni che di dati veri e propri. Il portale d’informazione: “lavoce.info” ha pubblicato in data 29 aprile 2009 un interessante articolo sull’argomento dal titolo: “La crisi sulla stampa” al quale si rimanda affinché ogn’uno in propria coscienza (a qualunque schieramento politico appartenga) possa fare una propria riflessione.

Ribaltabili e crisi dei trasporti: quali prospettive?

emilcamion1La pesante crisi economica mondiale ha piegato tutto il comparto dei trasporti trascinando, di conseguenza, anche quello dei mezzi per movimento terra. Il mercato ristagna segnando un forte arresto nelle vendite. A tale stagnazione i produttori di vasche ribaltabili e di allestimenti per i mezzi d’opera non si arrendono puntando a migliorare la qualità della loro offerta in attesa di tempi migliori che, si spera non tardino troppo ad arrivare.
Sul mensile: “Trasportare Oggi” è stato pubblicato, sul numero di aprile 2009, un interessante articolo sull’argomento dal titolo: “Ribaltando la crisi” nel quale viene affromntato il tema in oggetto intervistando alcuni tra i principali operatori del settore. Tra gli intervistati spicca per sagacia il P.I. Marco Bettini brillante imprenditore (membro del consiglio direttivo di Unindustria Bologna) che da anni guida con successo una tra le più innovative società italiane del settore: “Emilcamion“.

Vedi anche: Gru su autocarri

Bankitalia, in calo prezzi e vendite immobiliari

vendesi2Nel quarto trimestre del 2008 i prezzi di vendita degli immobili residenziali sono risultati in calo rispetto ai tre mesi precedenti per il 57,6% delle agenzie. Questo è quanto emerge da un’indagine congiunta della Banca d’Italia e da Tecnoborsa, condotta intervistando 1.009 agenti immobiliari. In particolare per il primo trimestre del 2009 una larga maggioranza degli agenti (77%) ha giudicato ‘sfavorevoli’ le condizioni prevalenti sul mercato immobiliare di riferimento, e anche la situazione del mercato nazionale all’inizio del 2009 viene giudicata in peggioramento per il 61% degli agenti.

Entrando nel dettaglio delle rilevazioni sull’ultimo trimestre dello scorso anno, le valutazioni degli agenti segnalano una più diffusa tendenza al ribasso nelle regioni del Nord Est e, in tutte le ripartizioni geografiche, nelle aree urbane (il cui capoluogo ha più di 250.000 abitanti). Secondo le indagini le abitazioni più vendute sono quelle di media dimensione (tra 71 e 120 mq) in tutte le aree del Paese ad eccezione delle regioni del Centro, dove prevalgono le transazioni di alloggi più piccoli (fino a 70 mq). In tutte le città si riscontra un maggior numero di scambi nelle zone semi-centrali e relativamente ad alloggi liberi, non di lusso e già abitabili.

Per quasi metà degli agenti interpellati, alla fine dello scorso anno il numero complessivo di incarichi a vendere ancora da evadere era aumentato rispetto a tre mesi prima (contro una quota del 15% che dichiara una riduzione). La percentuale risulta inferiore nelle regioni del Nord Ovest e superiore in quelle del Nord Est. Il rialzo riflette, da un lato, l’aumento dei nuovi incarichi acquisiti nel trimestre rispetto al precedente, per il 38,5% degli operatori (contro il 24,4 che li vede in diminuzione). Dall’altro, rispecchia la debole dinamica delle vendite su incarichi pregressi.

Tra le cause di cessazione degli incarichi a vendere nel corso del periodo di riferimento spiccano sia l’assenza di proposte di acquisto a causa di prezzi di offerta ritenuti troppo elevati (64,7% delle agenzie), sia proposte di acquisto a prezzi ritenuti troppo bassi dal venditore (52,3%)”, inoltre secondo il 47% degli agenti contribuisce anche la difficoltà di accesso ai finanziamenti. Il prezzo effettivo di vendita è mediamente inferiore del 9,5% in rapporto alle richieste iniziali del venditore.

Vedi testo completo dell’indagine: Supplementi al bollettino statistico 15-09

Impianti e compravendite immobiliari

 

La pubblicazione delD.M. n. 37 del 22 gennaio 2008a prima lettura, sembra imporre nuovi obblighi sulla certificazione degli impianti delle abitazioni, talmente stringenti, da ostacolare addirittura la stipula delle compravendite immobiliari.

 

Oggi invece si fa largo una interpretazione meno ferrea del decreto e l’obbligo di garanzia recitato dall’articolo 13 del D.M. viene interpretato nel modo che se pure il venditore ha l’obbligo di garantire gli impianti a norma, l’acquirente può tuttavia continuare anche dopo il 26 marzo a esonerarlo da tale garanzia e cioè accettare di comprare il fabbricato “nello stato in cui si trova”.

 

La norma quindi ha lo scopo di far maturare, nel mercato immobiliare, la consapevolezza della presenza di due tipi di fabbricati (con conseguenze anche sul loro prezzo): quelli, con impianti a norma (e come tali garantiti e documentati), e quelli con gli impianti non in sicurezza.

 

Prezzi delle abitazioni in calo?

Che l’andamento del mercato immobiliare, dopo anni di crescita, abbia raggiunto l’apice e sia già in fase discendente è molto più che una sensazione, è un dato di fatto. Anche l’Agenzia del Territorio, nella “Nota sintetica sul mercato immobiliare nel 2° semestre 2007, conferma il calo delle compravendite già registrato nel 1° semestre 2007.
Le motivazioni all’origine di questa inversione di tendenza vanno ricercate prevalentemente in fattori strutturali legati al ciclo immobiliare che, dopo anni di euforia e di crescita, è arrivato ad sua fase conclusiva. Tra i principali fattori alla base di tale inversione di tendenza troviamo ai primi posti la crescita dei tassi di interesse ed il livello raggiunto dal prezzo degli immobili. 

Al momento comunque, malgrado il calo delle compravendite, chi è in cerca di casa non è ancora in grado di percepire alcuna inversione di tendenza nei prezzi degli immobili. Infatti, almeno per ora, il mercato tenta di resistere al calo degli scambi mantenendo alti i prezzi. Alla base di tale comportamento vi sono alcuni proprietari che, ancora non consapevoli del cambiamento in corso, oppongono una strenua resistenza all’inesorabile inversione di tendenza dei prezzi spesso allettati da intermediari immobiliari che abituati ai profitti del periodo di boom o dalla necessità di acquisire clienti alimentano richieste ormai decisamente fuori mercato.